Valigie pronte, piene di cambi per la pioggia, acqua e spuntini per il lungo viaggio, ma soprattutto cariche di tanta voglia di divertirsi e curiosità. Solo il viaggio in pullman per i 5 piccoli ometti era già un carico denso di emozione, tutti rigorosamente con il nuovo kit verde-blu della Bellaria, come i “grandi”. La prima trasferta lunga, il primo torneo nazionale e la prima esperienza in una squadra, per tutti. Anche per i genitori, che si sono lasciati guidare dal team degli allenatori, accompagnatori ed educatori, coordinati dall’infaticabile Francesco Gasperini.
Unico obiettivo: divertirsi, fare squadra e godersi il viaggio e l’albergo “lontano” da casa, da raccontare agli amichetti e alle maestre al rientro a scuola.
E arriva sabato mattina. Sveglia alle 6, ma i 5 ometti si presentano alla Ghirada carichi di energia e tanta eccitazione. Scopriamo che ci attendono ben 6 partite, di cui una il pomeriggio alle 15,20. I piccoletti dormiranno sul prato a quell’ora!
Iniziano le partite. I genitori emozionati aspettano di vedere i moscerini all’opera e al confronto con le altre squadre, consapevoli di non poter pretendere alcuna vittoria dai nostri piccoli eroi. Sono solo 5, senza ricambi e riposo tra una sfida e l’altra, e a settembre del 2017 molti di loro non sapevano nemmeno né cosa fosse una meta né da quale parte del campo dovevano andare.
Prima bella notizia. La squadra si allarga, arriva Nicolò dal Colorno Rugby, il solo della sua squadra, che si unisce a noi e ci a noi e ci garantisce un ricambio di giocatori. Non sapevamo quanto ci sarebbe stato utile. I bambini lo hanno accolto a braccia aperte e in un attimo è come se fosse stato sempre dei nostri.
Ore 9.50. Prima partita vinta (Jesolo 7-4). Pensiamo: fortuna. Aspettiamo la seconda. Seconda partita vinta (Modena 5-3). Con tutto il nostro stupore, iniziamo invece a pensare che forse non arriveremo proprio ultimi tra le 54 squadre U6 presenti al Torneo.
Sono le 11, il caldo inizia a farsi sentire, l’emozione inizia a crescere. I bambini si stanno divertendo e l’allenatore Riccardo Meini insieme all’educatore Ismaele Detassis seguono ogni passo analizzando punti di forza e di debolezza e dando dritte alle piccole canaglie.
Restano altre tre partite prima di pranzo e sale l’adrenalina, più ai genitori che ai bambini a dire il vero, che infatti, aggrappati alle transenne che li dividono dal campo da gioco, stentano a contenere il tifo, e infatti non ci riescono! Prima di pranzo, portiamo a casa un’altra vittoria (Paese 3-1) e due sconfitte (Castellana 6-4 e Milano 4-3).
Bambini, allenatori, accompagnatori ed educatori rientrano fieri al gazebo per il terzo tempo. I piccoli ometti, infaticabili, attendono con ansia l’ultima partita. Altro che dormita sul prato! Oramai sono entrati nel gioco!
Ultima partita del sabato con il Pordenone, avversario forte che si è contraddistinto durante la mattinata nel nostro girone. E portiamo a casa un’altra vittoria: 4-3. La tifoseria impazza. Delirio puro. Forse troppo. La partita che fa la differenza. Non solo perché ci consente di qualificarci tra il 17° e 24° posto, ma soprattutto perché ci rende consapevoli che, grazie agli allenamenti e al “metodo” Bellaria, i piccoli ometti sono oramai diventati a tutti gli effetti dei piccoli grandi rugbisti: oltre al fisico hanno usato la testa, la tattica e, soprattutto, il gioco di squadra. E questo vale anche per tutto il resto della squadra U6 che, per vari motivi, non ha potuto partecipare al Torneo.
Arriva domenica, sveglia ancora alle 6, ma tutta la squadra è pronta per la nuova tornata.
Il livello degli avversari è molto alto: Valsugana e Parma sono la punta di diamante dei precedenti tornei. Infatti subiamo tre sconfitte nette: San Giuseppe Abano 7-1, Parma 7-4, Valsugana 8-2. Tra una partita e l’altra, i bambini piangono, per le mete subite e per le botte prese, non vogliono più tornare in campo, le lacrime rigano i loro visini pieni di polvere lasciando un segno indelebile, non tanto sul volto ma nei loro cuori. Oggi, un’altra lezione di vita: si può perdere nonostante l’impegno, la fatica, la passione e il sudore. Ma l’allenatore Meini e l’educatore Detassis li incoraggiano, cercando di spiegare a bambini di appena 5 anni e poco più di 6, che hanno fatto e stanno facendo un ottimo lavoro. E con grinta riescono comunque a mettere in difficoltà l’avversario. Con la tifoseria che, a maggior ragione, li sostiene instancabilmente.
Con il pranzo del terzo tempo e la trasferta al Monigo per assistere alle finalissime della altre squadre, la lezione di rugby è definitivamente metabolizzata dai 5 marmocchi – oramai diventati a tutti gli effetti rugbisti – che, distrutti, nel viaggio di ritorno, se la dormono tutta.
Si rientra a Pontedera ancora circondati dalla “strana” atmosfera del “Torneo Città di Treviso”, un’energia che ci ha fatto emozionare, commuovere, eccitare, divertire in campo e anche fuori dal campo, nella grande comunità del Pontedera Bellaria Rugby, consapevoli che con qualche compagno di squadra in più avremmo forse guadagnato qualche posizione oltre il meritato quanto inaspettato 23° posto!!!